L’annuncio degli avvocati di Filippo Turetta prima del processo per l’omicidio Giulia Cecchettin. Arriva la decisione.
C’era grande attesa per l’udienza preliminare davanti al gup prevista il 16 e 18 luglio prossimi per Filippo Turetta in merito al caso dell’omicidio Giulia Cecchettin. L’avvocato del killer, Giovanni Caruso, all’Ansa, ha annunciato che il proprio assistito ha rinunciato a tale appuntamento accettando di andare direttamente a processo in Assise.
Omicidio Giulia Cecchettin: la decisione di Filippo Turetta
Filippo Turetta ha deciso di rinunciare all’udienza preliminare davanti al gup prevista il 16 e 18 luglio prossimi e accetta di andare direttamente a processo in Assise per l’omicidio di Giulia Cecchettin. Sono queste le informazioni riportate dall’Ansa dopo aver parlato con l’avvocato difensore del killer, il professor GIovanni Caruso.
Il legale ha spiegato che tale decisone sia “consegue ad un percorso di maturazione personale del gravissimo delitto commesso, e alla volontà che la giustizia faccia il proprio corso nei tempi più rapidi possibili e nell’interesse di tutti”. Non solo. Come sottolineato sempre dall’Ansa, la difesa non chiederà per l’imputato la perizia psichiatrica, “ovviamente impregiudicata ogni diversa valutazione della Autorità Giudiziaria”.
Il dettaglio della lettera dopo l’omicidio
Di recente erano emersi altri dettagli legati alla terribile vicenda del femminicidio di Giulia Cecchettin. In particolare una lettera che Turetta aveva scritto appena dopo aver compiuto il delitto. “Nella lettera ho scritto che ero colpevole, ho detto dove si trovava il corpo, il luogo, ho scritto ai miei genitori”, le parole che Filippo avrebbe riferito durante l’interrogatorio dello scorso 1 dicembre 2023. “In auto potrebbe esserci anche un sacchetto che ho usato per provare a suicidarmi, il coltello e le sigarette: ho pensato che se avessi fumato e bevuto sambuca, sarebbe stato più facile suicidarmi”, erano state le frasi del ragazzo riportate nelle 161 pagine di trascrizioni dell’interrogatorio fiume tenutosi l’1 dicembre nel carcere di Verona Montorio.